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Ai margini della realtà – di Maurizio Tieghi

AI MARGINI DELLA REALTÀ

Esercizi di fotografia creativa e concettuale liberamente ispirati al Blow Up di Antonioni, di Maurizio Tieghi

Attività organizzata dal FOTOclub FERRARA, presentato a Ferrara, Casa dell’Ariosto 2 marzo-9 giugno 2013

Fotografie di Carlo Boschini, Lucia Castelli, Franca Catellani, Sara Cestari, Pieranna Gibertini, Anna Maria Mantovani, Stefania Ricci Frabattista, Emiliano Rinaldi, Maurizio Tieghi, Nedo Zanolini

L’esposizione, frutto d’intense lezioni teoriche, di riprese in studio e in esterni e svariati mesi di postproduzione, presenta i risultati del seminario di fotografia e del relativo workshop organizzato nel 2012 dal Fotoclub Ferrara, con la collaborazione scientifica del Centro Etnografico del Comune di Ferrara e la sinergia di numerosi enti, musei e associazioni.

Le 7 sezioni in cui si articola il percorso di visita, costituito da 58 opere fotografiche di grande formato, sono altrettanti racconti per immagini, che sviluppano suggestioni creative e concettuali scaturite non solo dall’analisi di Blow Up, ma anche da considerazioni filologiche sulla storia del film e sull’impatto che esso ha avuto nell’immaginario visivo contemporaneo.

Perché Blow Up è un labirintico intreccio di storie fotografiche, nella cui esplorazione possiamo incontrare grandi nomi della fotografia come John Cowan, David Bailey, Bert Stern e Don McCullin, ma anche i vagiti di tendenze come la optical art e spunti di riflessione sul significato dell’arte contemporanea e sulla fallacità dell’immagine fotografica nel catturare la realtà delle cose. Appare chiaro quindi come la mostra non sia un semplice omaggio citazionista al capolavoro antonioniano, ma costituisca un complesso dialogo visuale e intertestuale instaurato tra gli autori e un film e un regista che hanno saputo contribuire, come pochi altri, alla storia della fotografia.

Il lavoro di ripresa si è avvalso della partecipazione di modelli e modelle (Leonardo Ferioli, Luna Malaguti, Luna Vago) e di un’esperta di make-up (Arnika Laura Gerhard), mentre situazioni e accessori di scena hanno permesso ai corsisti di interagire con affermati artisti contemporanei: lo scultore e performer ecologista Ivano Vitali, i pittori Lanfranco, nome storico dell’arte fantastica italiana, e Ferruccio Gard, riconosciuto maestro dell’astrattismo cinetico, la capace scultrice Silvia Vendramel.

Antonello Silverini, innovativo protagonista dell’illustrazione italiana, firma l’immagine del manifesto e la copertina del catalogo della mostra, mentre sono stati chiamati ad immaginare nuovi ulteriori dialoghi Paola Bonora, raffinata artista ferrarese, Gianni De Val, pittore bellunese che utilizza il pennello per dialogare con i linguaggi mediatici, e Gianfranco Vanni “Collirio”, firma irriverente del fumetto d’autore italiano.

La cura della mostra è di Roberto Roda (per il Centro Etnografico Ferrarese) con la collaborazione di Emiliano Rinaldi.

 Perché proprio Blow Up?

Girato a Londra nel 1966, non è solo un film che ha fatto la storia del cinema, ma è pure una profonda riflessione sulla concettualità dell’arte contemporanea e sulla fallacità dell’immagine fotografica, inserendosi a pieno diritto nel dibattito sulla polisignificanza dell’immagine.

Blow Up è un labirintico intreccio di storie fotografiche, che ha influenzato profondamente le successive generazioni di fotografi, e nella cui esplorazione possiamo incontrare grandi nomi come John Cowan, David Bailey, Bert Stern e Don McCullin.

Dal 27 luglio al 25 agosto 2013 la mostra sarà riallestita presso il LAB 610 XL, Spazio per l’arte contemporanea, di Sovramonte nel bellunese. In tale occasione saranno esposte, accanto alle fotografie, anche le opere d’arte originali utilizzate sui set fotografici e tutta una serie di ulteriori opere che andranno a dialogare creativamente con le immagini realizzate dai 10 autori. Sarà l’occasione per ammirare opere di Ivano Vitali, Lanfranco, Ferruccio Gard, Silvia Vendramel, Antonello Silverini, Paola Bonora, Gianni De Val e Gianfranco Vanni “Collirio”.

A dare ulteriore lustro al percorso espositivo è da segnalare il catalogo realizzato da Editoriale Sometti, (formato 28 x 22 cm, pp.136, prezzo di copertina € 20,00), in cui è possibile leggere anche i testi delle conversazioni che hanno portato alla realizzazione della mostra fotografica.

 
 
 

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3 commenti

  1. Anch’io sono andato all’inaugurazione della mostra del workshop di Roberto Roda “Ai margini della realtà”, chiamato dagli stimolanti contenuti del seminario da lui condotto nella primavera del 2012 (e poi pubblicato su Agorà Di Cult) e dalle straordinarie suggestioni che Ferrara e Antonioni promuovono in me. Numerosi sono gli iscritti ad Agorà Di Cult che hanno partecipato al seminario e poi al workshop. Dalle immagini sentiamo lo spaesamento da loro vissuto in quel genre di esperienza creativa che trova a Ferrara un terreno particolarmente fertile. Ho conosciuto Roberto Roda aprrezzandone le qualità umane, l’autentica passione per l’espressione artistica e il suo enorme bagaglio di conoscenze teoriche e pratiche. Io spero che ci siano positive evoluzioni di questa splendida attività fotografica con la nascita di laboratori che riescano a trasmettere alle giovani generazioni il patrimonio di esperienze creative che, tra cinema, letteratura e fotografia, ha trovato nel ‘900 a Ferrara un teatro meraviglioso.

  2. La trovo una fantastica idea. Sono immagini che trasmettono emozioni e pur non avendo visto il film per intero e anche tanto tempo fa, mi sembra il qualche modo di riconoscerne le tracce, mi sembra di rivivere il contesto, di ritrovare quelle sensazioni vissute durante la visione del film e di immaginarmi l’aria che si respirava negli anni 60 nell’ambiente fotografico e dell’arte.
    Non ho capito però il motivo per cui in questo estratto della mostra sono state scelte 2 immagini in bianco e nero e il resto a colori. Tecnicamente mi sembrano disturbare l’armonia dell’insieme. Ma la mia poca esperienza rischia di non farmi interpretare correttamente il lavoro che comunque ritengo profondo nell’intento e nella realizzazione.

  3. INQUADRARE CONCETTI, FABBRICARE VISIONI , questo è il titolo dato al percorso tematico che per mè è stato determinante nell’iscrivermi al Work Shop; avevo intuito che ne sarebbe uscito un buon lavoro .I 4 incontri teorici tenuti da Roberto Roda , hanno ulteriormente stimolato a mettere in pratica la produzione fotografica .Quando si lavora di gruppo la cosa piu’ bella è il dialogo, è uno scambio gioioso di dare e ricevere . Il Film di Antonioni “”Bow Up “”( e non solo ) è un capolavoro concettuale che fa riflettere sulla ambiguità e sui diversi significati dell‘ immagine fotografica. Il bianco e il nero inserito nella mostra diventa un percorso visivo ulteriormente astratto, “ ai Margini della Realtà “ Mario Luzzi, storico collaboratore del Corriere della Sera, diceva

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