Silenzio in aula-di E. Franco a cura di F. Raschiatore

SILENZIO IN AULA – di EMANUELE FRANCO, a cura di Fausto Raschiatore

 

Siamo a scuola, all’interno di una classe nella quale un docente-fotografo nei momenti in cui la classe è assente, indaga, legge iconicamente e interpreta attraverso il mirino della sua macchina il proprio spazio di lavoro, il proprio mondo scolastico, la propria dimensione e quella dei suoi allievi. Egli osserva l’Aula “vuota”, con attenzione e rigore, ispirato dalla propria sensibilità. Indagare l’Aula, significa “vivere” l’unità simbolo da cui partono i primi approdi relazionali di ognuno di noi. L’Aula di una Scuola Media è un contesto estremamente articolato e complesso. E questa lo è in modo particolare. Nell’ambito della collaborazione fra Polifemo (Mi), PhotoGallery (Fi) e CivicoCinque (Ve) è nata l’idea di organizzare la mostra fotografica “Silenzio in aula”. Trentaquattro scatti di Emanuele Franco, docente di Lettere nella scuola media e fotografo per vocazione. L’allestimento, chiuso sul finire del 2014, è stato organizzato nei locali dell’Associazione Polifemo/Milano. Un lavoro interessante che ha raccolto consensi dal pubblico e dalla critica anche per il taglio che presenta un tratteggio singolare e dei contenuti particolari, attuali, accattivanti. “Silenzio in aula” nasce dalla sensibilità di Emanuele Franco, autore attento al sociale e al contemporaneo, che vive e lavora a Manduria, in provincia di Taranto.

Racconta l’autore: Passando mediamente quattro ore al giorno nelle aule scolastiche per via del mio lavoro, non potevo fare a meno di notare le pareti piene di scritte, disegni, figure incollate. Sulle prime ho pensato come tutti: ma guarda che vandali! Poi ho cominciato a provare curiosità… Sguardo dopo sguardo, mi son detto che quei segni dovevano avere un altro significato, o forse più d’uno, sicché ho pensato di avviare una ricerca per tentare di comprendere il rapporto tra studenti e scuola, intesa sia come luogo fisico, sia come istituzione deputata all’istruzione. In questa ricerca non vi è alcuna intenzione giudicante. Esprimersi sul modo in cui gli studenti stanno a scuola e la vivono diventa difficile per un adulto che riveste un ruolo allinterno di una istituzione. Il rischio è che ogni giudizio sia viziato dalle implicazioni che la professione docente porta con sé. L’obiettivo dellindagine sta piuttosto nel tentare di decifrare, senza pre-giudizi né precomprensioni, questo corpus di segni per pervenire dal significante al significato del vivere il luogo. In questa nota, tratta dalla presentazione della mostra, che sintetizza le motivazioni progettuali della ricerca, oltre che le sfaccettature per così dire “letterarie”, creative, fotografiche, d’indagine sociale, sono presenti sottili messaggi alla società civile e non solo. Da parte degli Studenti tramite Emanuele Franco, “veicolo” interessato e sensibile, capace di affidare i messaggi al linguaggio della fotografia e proiettarli oltre il contingente. E da parte del professor Emanuele Franco attraverso gli studenti.

Ricerca di taglio socio-pedagogico che esplora il mondo della scuola per capire, attraverso l’analisi dei comportamenti di chi vi opera e dei messaggi che tali comportamenti ispirano, le diverse dimensioni in cui si articola. Una ricerca che permette di leggere e di penetrare attraverso il dettaglio, all’interno della struttura Aula, e riflettere sui processi comportamentali dei diversi percorsi formativi che vi maturano. La fotografia dimostra tutta la sua forza espressiva e l’efficacia del suo linguaggio. Sul piano descrittivo e interpretativo in primo luogo, ma anche su quello concettuale, quando la finalizzazione dell’indagine ha come obiettivo l’approfondimento di ricerche che riguardano contesti sensibili come la scuola.

Franco dimostra capacità di sintesi, equilibrio compositivo e frappone il giusto distacco tra l’uomo-fotografo e l’uomo-docente rispetto all’ambiente e alle atmosfere che lo caratterizzano. Forme geometriche ispirate, colorismi riflessi e sfumati dal tempo, segni indecifrabili senza logica, almeno in apparenza, riflessioni audaci, ambigue. Messaggi e valenze espressive di taglio diverso, alcuni profondi, altri insignificanti, frammenti e tratteggi di quotidianità. Un “mondo” silenzioso dell’interno di una scuola nella sua autenticità espressiva e nella sua attenzione alla condivisione, alla relazione, alla socializzazione. Un vero e proprio mosaico di percezioni, una trama straordinaria di approdi relazionali le cui valenze espressive s’intrecciano tra loro e disegnano un profilo stilistico di qualità. Uno spaccato della nostra società e della nostra contemporaneità con una forte connotazione sociale. Ottimo l’impianto del lavoro, di grande equilibrio la scelta dei segni, dei simboli, delle annotazioni, delle frasi, dei doppi sensi. E’ un linguaggio antico e moderno, attuale e superato, semplice e complesso. Franco ha dato visibilità a tutti. Con equilibrio e sensibilità nell’indagare un contesto “scivoloso”, delicato e senza false sfaccettature, né ambiguità estemporanee o fittizie argomentazioni teoriche.

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