Storico della fotografia

MANIFESTI VIRTUALI_ 04.2 – di Monica Mazzolini

 
 
 
 
 
 
 

Laboratorio di Storia della fotografia
LAB Di Cult 025 FIAF, coordinato da Monica Mazzolini

I “manifesti” degli albori della fotografia
Seconda parte: “La Lumière”

A Parigi, mentre le ricerche per migliorare il metodo, le dispute tra gli inventori, i contrasti tra chi è a favore e chi è contro, procedono con gran fervore, molti fotografi e simpatizzanti hanno la necessità di riunirsi in gruppi ed a distanza di non molti anni dal rapporto di Arago viene costituita la prima società, la “Société Héliographique”, che attraverso la fondazione della prima rivista che parla di fotografia – “La Lumière” (Journal non politique – Beaux-arts, Héliographie, Science) – darà voce ai sostenitori del valore artistico della fotografia. Il 9 febbraio 1851 esce il primo numero della rivista. Il primo giornale non politico con uscita settimanale (la domenica) che sarà stampata fino al 1867.
 
Louis-Jacques-Mandè Daguerre: Paris, Boulevard du Temple (1838)
 
Frédéric Martens: Paris, La Seine. La rive gauche et l’ile de la Cite (1846)
 
Paris, Pont Neuf (1860 circa, fotografo sconosciuto)
Questo primo numero è una sorta di Manifesto del gruppo, dove è descritto lo scopo del giornale e viene data la definizione della Società ed il suo statuto (costituito da 18 articoli) con la lista (che viene definita una “lista incompleta perché in aumento di giorno in giorno”) di tutti i componenti del gruppo tra i quali il presidente M. le baron Gros ed Eugène Delacroix. Un articolo è dedicato all’influenza dell’eliografia nei confronti delle belle arti ed una parte ai primordi con la lettera di Joseph Nicéphore Niépce a Louis-Jacques-Mandé Daguerre ed il loro contratto.
 
Prima pagina de “La Lumière” (Journal non politique – Beaux-arts, Héliographie, Science) – 9 febbraio 1851. 
Già dal titolo – che significa la luce (a cui possiamo dare un chiaro significato simbolico) – e dal sottotitolo è ben evidente al lettore di che cosa tratta la rivista. Addentrandosi nel testo poi si comprende come lo scopo e lo statuto, sia della rivista che della società, ben descrivono quello che possiamo definire come manifesto programmatico.
Scopo del giornale: “E’ all’uomo delle capitali mondiali, è alla società dotta delle città, è all’artista solitario dei nostri dipartimenti, che è indirizzato questo giornale. La Lumière sarà fedele al suo titolo. […] Noi daremo la colpa a ciò che ci sembrerà colpevole; ma, soprattutto, il nostro compito sarà quello di esaminare ciò che è buono, bello, interessante e nuovo. Resteremo estranei alla politica, e la letteratura, nelle nostre colonne, non avrà altro posto che la sua influenza sulla perfezione della nostra scrittura, soprattutto per quanto riguarda le belle arti, per le quali il nostro motto invincibile sarà: nulla è bello che il vero; ma si deve scegliere. […] L’eliografia, […] occupa il posto più importante nella nostra rivista. L’eliografia oggi occupa una posizione innegabile all’interno delle belle arti e della scienza. Fa parte delle belle arti per l’imitazione della natura, l’imitazione intelligente della natura selezionata; fa parte della scienza poiché tratta con la chimica e la fisica. […] Noi tendiamo la mano verso tutti gli sforzi in questa difficile e nuova carriera.”
E’ specificata la ragione non politica ed il solo interesse verso l’arte ed la scienza. Chiara la volontà, da parte della rivista, di voler essere il collante tra persone, interessate all’arte, all’eliografia ed alla scienza definendo che l’eliografia, per le sue caratteristiche intrinseche, fa parte sia dell’arte che della scienza. Inoltre evidenzia la posizione favorevole verso questa nuova arte e le nuove scoperte ad essa collegate. Non solo la rivista ma anche la società ad essa collegata ha lo scopo di mettere in contatto le persone, la necessità di condivisione delle idee e delle tecniche, l’importanza degli incontri e lo scambio non solo tra fotografi ma anche tra e con coloro che praticano le diverse arti e discipline scientifiche d’interesse. Si ribadisce la continua evoluzione ed il miglioramento del procedimento fotografico e la sua influenza nelle belle-arti con le quali è messa alla pari.
Società eliografica: “La Società eliografica, fondata nel 1851, può essere classificata tra le società dotte e le società di amici. Non offre né premi né medaglie […], ma svolge un ruolo utile, soprattutto nelle arti emergenti. Mette in contatto gli uni con gli altri gli uomini isolati tutti coloro che cercano di condividere, e che lottano da anni contro gli ostacoli che attraverso la comunicazione, lo scambio, il dibattito, possono essere superati in un’ora”.
Statuto: “In primo luogo. I fondatori intendono, per associazione, accelerare i miglioramenti della fotografia”. Art.3 Lo scopo degli incontri è la comunicazione reciproca delle opere, lo scambio volontario di opere e di processi, la confidenza facoltativa delle scoperte. Art.4 Quando un socio ritenga opportuno far conoscere uno sviluppo, una scoperta, un progetto, la sua comunicazione deve essere effettuata alla Società e per la Società, sarà incluso in un libro destinato alla registrazione degli atti; la data verrà registrata e certificata su questo registro. Art.14 Il fotografo, il pittore, lo scrittore, lo scienziato, lo scultore, l’architetto, l’ottico, l’incisore, possono consultarsi e rendersi mutui favori.
L’influenza dell’eliografia nelle belle arti: “[…] L’eliografia evidentemente è un processo della chimica e della fisica; ma ovviamente anche questa scoperta, perfezionata giorno dopo giorno, è chiamata a svolgere nel campo dell’arte un’influenza immediata e profonda. Poco tempo fa, chiamati ad esaminare i risultati più recenti ottenuti da uomini studiosi, zelanti e ricchi di esperienze, siamo stati colpiti da un grande stupore. La fotografia è, in qualche modo, un’unione tra il dagherrotipo e l’arte vera e propria. Sembra che con il passaggio sulla carta, il meccanismo si sia animato; che l’apparecchio si sia elevato a intelligenza che combina gli effetti, semplifica l’esecuzione dei piani e delle linee l’espressione dei sentimenti della fisionomia”.
“La Lumière”, con l’uscita del 16 novembre 1851, modifica i suoi giorni di uscita (diventa quindicinale) ma soprattutto cambia il nome: “La Lumière” revue de la photographie (Beaux-arts, Héliographie, Science – Journal non politique). Con queste premesse non potevamo non aspettarci anche la stesura di un programma firmato dal nuovo direttore del giornale (Alexis Gaudin). In questo numero viene ribadito lo scopo della rivista, legato alla fotografia definita come “meravigliosa arte”. Con spirito patriottico si evidenzia il ruolo dei francesi nella scoperta e nello sviluppo della fotografia grazie alla loro inventiva e sensibilità. Ancora importante lo scambio delle scoperte. Si descrivono le ragioni che hanno portato alla riduzione delle uscite della rivista spiegandone il carattere di ordine economico ma anche la necessità di avere un’alta qualità della pubblicazione. Inoltre si evidenzia come sia utile la pubblicazione e la continuità d’interazione con la società eliografica (di cui è il manifesto programmatico) per garantire la crescita della fotografia.
 
Prima pagina de “La Lumiere” revue de la photographie (Beaux-arts, Héliographie, Science – Journal non politique) – 16 novembre 1851.
Programma: […] portare alla conoscenza di ognuno le scoperte e gli sviluppi che si ottengono ogni giorno in questa meravigliosa arte. […] qualsiasi processo nuovo, se ha il rapporto con la fotografia, catturerà la nostra attenzione e sarà presentato ai nostri lettori nella forma più comprensibile.
[…] L’inventiva dei francesi come noto, ha giocato un ruolo importante nella scoperta della fotografia, e la sensibilità artistica che contraddistingue la nostra nazione ha trovato, si spera, un alimento utile nella nostra pubblicazione. Questo a quanto ci risulta. Sarà il modo più semplice di mettere in relazione i fotografi, facendo in modo che tutti godano delle scoperte altrui. In una parola, il nostro giornale tratterà del Dagherrotipo e della fotografica permanente, vale a dire, sempre all’altezza della scienza, sia in Francia che all’estero. 
[…] Per quanto riguarda l’intervallo di una sola settimana tra due numeri, sembrava troppo breve per una buona scelta negli articoli da inserire; sembrerà, di conseguenza, che le due uscite al mese, che ridurranno il prezzo di sottoscrizione per metterlo alla portata di molti, rendendo in particolare gli articoli sia riguardanti il Dagherrotipo che la fotografia su carta, assicurando che i processi descritti siano molto chiari, eliminando quanto più possibile i termini scientifici rendendolo, in una parola, essenzialmente pratico.
[…] Noi proponiamo di continuare la pubblicazione dei verbali della Società Héliographique, data l’utilità che possono avere per il progresso della fotografia.
(Traduzione dal francese curata da Monica Mazzolini)

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3 commenti

  1. Lo studio della storia della fotografia forma la consapevolezza delle nostre scelte tecniche ed espressive.
    “La Luimère” è una rivista che nasce nel 1851, se non è la prima rivista fotografica è certamente tra le prime.
    Come in questo caso, quando si toccano le radici di un fenomeno si evidenziano i suoi archetipi che ne sono il DNA, anche se il tempo cambierà i modi d’esercitare quella pratica gli archetipi restano immutati.
    Nel primo numero della rivista viene scritto il Manifesto Virtuale, dove la fotografia ci appare un’espressione della modernità consapevole:
    Si rivolge alla collettività protagonista della modernità e dell’arte :- E’ all’uomo delle capitali mondiali, è alla società dotta delle città, è all’artista solitario dei nostri dipartimenti, che è indirizzato questo giornale.-
    Promuove l’edonismo (il buono è bello): – Noi daremo la colpa a ciò che ci sembrerà colpevole; ma, soprattutto, il nostro compito sarà quello di esaminare ciò che è buono, bello, interessante e nuovo.-
    E’ pluralista negli orientamenti politici e del pensiero artistico: – Resteremo estranei alla politica, e la letteratura, nelle nostre colonne, non avrà altro posto che la sua influenza sulla perfezione della nostra scrittura, …-
    Cerca un ruolo specifico tra le arti: – L’eliografia oggi occupa una posizione innegabile all’interno delle belle arti e della scienza. Fa parte delle belle arti per l’imitazione della natura, l’imitazione intelligente della natura selezionata, .. –
    E’ scienza e tecnica: -fa parte della scienza poiché tratta con la chimica e la fisica. –
    E’ condivisione: – portare alla conoscenza di ognuno le scoperte e gli sviluppi che si ottengono ogni giorno in questa meravigliosa arte.-
    Nei quasi 170 anni che ci separano dalla nascita della rivista “La Lumière”, gli scopi originari non sono immutati, per questo sono gli archetipi della pratica fotografica.
    Monica Mazzolini con i suoi studi ci fa scoprire la forza della fotografia che nella sua evoluzione sembra sempre ringiovanire grazie alla tecnica nel trovare sempre nuove ragioni per promuovere la passione nel praticarla.

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