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Focus x IOV /rassegnastampa
Articoli sulla Mostra FOCUS x IOV
ad Adria del circolo FOCUS
Pubblicato il 14 Lug 2017 in Mostre, Rassegna Stampa
Articoli sulla Mostra FOCUS x IOV
ad Adria del circolo FOCUS
Dicembre 1986, gli U2, poco più che ventenni, hanno dalla loro una decina di anni di musica insieme e 4 dischi di successo. E' pronto il nuovo disco, "The Joshua Tree", che fa riferimento ad un cactus gigante che cresce nella Death Valley. La rivista Rolling Stone li ha già consacrati il "gruppo degli anni '80" ma hanno bisogno di un'immagine internazionale che li accompagni fino ai vertici delle classifiche mondiali. Si affidano al fotografo Anton Corbijn con cui nasce un rapporto di lavoro e di amicizia che è durato a lungo negli anni. Era appunto il mese di dicembre, e nella Death Valley faceva freddo nonostante il deserto. Corbijn ha l'idea di usare una macchina fotografica panoramica per far rientrare nell'inquadratura gran parte di quell'imponente paesaggio americano. Loro, i quattro ragazzi irlandesi, sono raggruppati al margine sinistro del fotogramma, seri, vestiti di nero, a fronte di quell'enorme spazio sconosciuto e vuoto. La copertina del nuovo successo musicale è fatta e "The Joshua Tree" arriverà al primo posto nelle classifiche di Stati Uniti e Gran Bretagna. Anton Corbijn continuerà il sodalizio artistico con gli U2 per oltre vent'anni, realizzando copertine, servizi fotografici e video, per poi pubblicare, nel 2005, il libro "U2 & I", la storia della loro stimolante ed unica collaborazione. Percorrendo le immagini, si percorre la storia della band ma anche l'evoluzione di un fotografo che ha contribuito a crearne l'immagine nel tempo. (Susanna Bertoni) ... See MoreSee Less
Si inaugura il 21 aprile, presso il Museo Nazionale della Fotografia di Brescia una retrospettiva su Mario De Biasi. La mostra che inaugura al Museo della Fotografia fa parte della collezione della FIAF - Grandi Mostre, ed è composta da 30 immagini in bianco e nero vintage del grande fotografo italiano. Il Museo con questa mostra intende rendere omaggio ad uno straordinario e indiscusso protagonista della fotografia internazionale.
“Nato nel 1923 a Sois, frazione del comune di Belluno, deportato in Germania durante la Seconda guerra mondiale, De Biasi iniziò a fotografare nel 1945 a Norimberga con una macchina di fortuna che trovò tra le macerie della città in cui era stato deportato. Meno di dieci anni dopo divenne il primo fotogiornalista assunto dal settimanale Epoca, con cui poi ha lavorato per trent’anni. Nella sua carriera ha realizzato reportage da tutto il mondo: dalla rivolta in Ungheria del 1956, alla New York degli anni cinquanta, ai ritratti di personaggi del cinema come Marlene Dietrich, Brigitte Bardot e Sophia Loren. Ha viaggiato dalla Siberia, dove seguì la spedizione estrema dell’esploratore Walter Bonatti nel 1962, fino al Giappone, oltre che in tutta Italia per documentare il paese dal punto di vista sia geografico sia antropologico. Una delle sue immagini più famose, Gli italiani si voltano, è stata esposta al museo Guggenheim di New York durante la mostra The italian metamorphosis, 1943-1968, che raccontava i cambiamenti dell’Italia nel campo delle arti tra cui il cinema, la fotografia e la letteratura, dalla caduta del fascismo alla fine degli anni sessanta. L’immagine di De Biasi fu scelta per la locandina. Nel 1953 iniziò la sua collaborazione con Epoca , che continuerà fino agli anni '80, divenendo una delle firme più autorevoli della rivista Mondadori: ne illustrò innumerevoli copertine, realizzando importanti reportage da diversi angoli del mondo. Nel corso della sua carriera ha pubblicato oltre 100 libri e ricevuto numerosissimi riconoscimenti internazionali, divenendo uno tra i fotografi italiani più celebri al mondo, noto tra l'altro per suoi ritratti delle grandi star del cinema e per progetti molto belli e toccanti, come quello sui baci, iniziato negli anni '50 e continuato fino ai tempi più recenti. Nel 2003 è stato insignito del titolo di Maestro della Fotografia Italiana, massima onorificenza attribuita dalla Federazione italiana Associazioni Fotografiche, che alle sue opere ha dedicato una bellissima monografia della collana Grandi Autori. Nel 2013 a Milano, gli è stato dedicato il “Premio alla Carriera” per la sua capacità di raccontare i grandi eventi, ma anche per la sensibilità e la delicatezza con cui si è sempre accostato alle piccole realtà che ha incrociato nel suo cammino. Nel 2007 è stato protagonista della nascita della Fondazione Forma di Milano. Muore a 90 anni nel 2013.” ... See MoreSee Less
Si inaugura il 20 aprile, presso la Galleria Fiaf di Taranto, la mostra di Marco Costanzo “Tempus Fugit”. La presentazione di Raimondo Musolino: “Fantasticare e accorgersi che in definitiva è realtà. In questi tempi dove tutto si muove velocemente e dove tutto ci spinge a dare un senso tecnologico alle cose quotidiane, ci sono ancora luoghi che hanno fermato il tempo. O forse si sono fermati nel tempo. Un luogo dove regna sovrana la pietra. Ed è sulla pietra che vive la città vecchia di Taranto, un’isola che conserva ancora i segni di una comunità ancorata alle più genuine tradizioni. E’ qui che si muove l’obiettivo di Marco Costanzo, alla ricerca di un segno di novità. E lo trova nei giochi, negli sguardi, nelle corse dei bambini che qui, nell’isola, chiamano “panarìedde”. Ci sono tutti gli ingredienti per far vivere la favola di Peter Pan in quell’isola che non c’è, ma che invece c’è come testimoniamo le sue foto. Un’isola abitata da eterni bambini che non cresceranno mai perché il tempo si è fermato. Basta un pallone, una ruota, una qualsiasi piattaforma da cui tuffarsi per vivere una vita genuina, appunto fuori dal tempo. Questo fino a quando non compare la foto di un bambino dietro una rete. Il suo sguardo proteso verso un punto indefinito, ci riporta alla realtà, quella stessa realtà che si perde tra quei vicoli, e racconta come qui trovi quella formula di benessere che tocca l'anima e stimola gli occhi a curiosare nel passato.” ... See MoreSee Less