La vita di famiglia di Doisneau
Nell’ultimo post, Carlo ricordava nei commenti l’ironia di “un certo Robert Doisneau”; proprio quest’anno è stata pubblicata la traduzione italiana di “Vita di famiglia”, un volume in cui le foto di Robert Doisneau – quasi un album di famiglia i cui temi appaiono oggi in tutta la loro immutabilità -, sono accompagnate da testi di Daniel Pennac.
Il libro è immaginato come un pranzo di famiglia, durante il quale scorrono i ricordi: matrimoni, bambini, l’educazione, e persino la noia, “quale contorno della felicità familiare”.
Alla fine del volume, una lettera di Pennac a Doisneau che, come la fotografia, attraversa il tempo; eccone qualche brano.
“Come puoi ben immaginare, il pranzo non si è concluso qui: dolce, caffè, ammazzacaffè e chiacchiere a non finire, il tutto gentilmente offerto dalla famiglia. Alle cinque del pomeriggio eravamo ancora a tavola. (…)
Ho mostrato le tue foto, ho letto qualche brano delle tue lettere, quelli che hai scritto in caratteri bastoni per farmi credere che sei finalmente passato alla macchina per scrivere. (…) Il problema, con le storie di famiglia, e che siccome una tira l’altra e facile che dal pranzo si passi senza accorgersene alla cena. (…)
E poi qualcuno ha fatto notare che le tue foto aspettavano un nostro commento sulla famiglia, e noi invece avevamo parlato soprattutto dell’infanzia. (…)
Ecco, Robert. Non ti ho detto tutto, ma le lettere degli amici hanno qualcosa di simile ai pranzi di famiglia: avanza sempre qualcosa. Lo tengo da parte per quando torni.”
Oltre a godere delle foto di un Autore quale Doisneau, che passa dalla candid alla staged , a sfogliarlo questo libro ci si può accorgere di come certi spunti , nel confronto con la contemporaneità, possano essere illuminanti.
Attilio Lauria