Post n° 52 – L’improbabile (I parte)
Immagini del Gusto – 2008 – Graziano e Gianluca Donati
L’improbabile.
(prima parte)
Vincere in un Concorso Fotografico fa molto bene al fotografo!
E’ uno stato di benessere legato all’autostima, la quale quando è positivamente stimolata gli dona sicurezza nel fare e nel rapportarsi con gli altri fotografi.
Ma mentre pochi concorrenti vincono, tutti gli altri perdono e continua così la loro dolorosa attesa di un apprezzamento.
E’ deludente ricevere da un Concorso Fotografico la cartolina di partecipazione bella immacolata, cioè senza nessuna ammissione.
La fortuna dei Concorsi a Lettura di Portfolio è dovuta anche a questo minore stress che essi comportano, perché l’incontro con il lettore rompe l’isolamento del fotografo e può chiarire l’incomprensibilità di un giudizio negativo. Purtroppo so per esperienza, che se in un’attività fotografica non c’è concorso, non c’è partecipazione.
Il giudizio di valore, che le giurie sono tenute a formulare, è comunque stato storicamente un fattore importante per l’evoluzione della fotografia. L’esito di un concorso è il punto d’equilibrio tra le diverse valutazioni soggettive dei giurati e penso che, a parità di opere, cambiando i componenti di giuria potrebbero cambiare i risultati.
Pertanto il responso finale di una giuria va sempre considerato relativo a quella composizione di giurati, mai un giudizio assoluto; infatti esso è stato reso insindacabile per evitare discussioni inconciliabili in quanto basate largamente su fattori soggettivi.
Le giurie con le loro scelte danno degli orientamenti. I fotografi nel vedere le fotografie premiate nei concorsi assimilano le tendenze del momento. Questa azione e reazione, rende le giurie e i fotografi un apparato che nei fatti determina la moda fotografica del momento. Le regole, stabilite nei fatti da questa moda, rendono prevedibile cosa sia una bella fotografia.
Normalmente questo clima di certezza viene ad un tratto sconvolto dall’apparizione nei concorsi della fotografia improbabile, la quale, con la sua forza rivelatrice, di colpo chiude una stagione aprendone una nuova.
La fotografia improbabile è impensabile con le regole di moda nell’apparato, ma è proprio quella di cui l’apparato ha bisogno in quel momento per rinnovarsi.
Silvano Bicocchi