Lieto fine.

Stando a Giorgio Manganelli, ogni viaggio comincia con un vagheggiamento e finisce con un invece. E così il viaggio, come la vita, spariglia sogni e illusioni, esegue le sue accurate scriminature, mette ogni cosa al posto che le spetta. Perché ogni viaggio, come ogni buon atto di volontà, è un passo di avvicinamento al destino, alla possibilità di essere viaggiati. “Noi non scegliamo nulla se non – se ci riusciamo – la disponibilità di essere scelti” (Sempre Manganelli). Questo viaggio si è ufficialmente concluso il 16 Giugno, con un libro e una mostra che continuerà fino al 9 Settembre, e Giovanni e Matteo farebbero oggi i loro ringraziamenti. Ringraziamo le ruote del camper, per il loro opaco e indefesso rotolio lungo chilometri di strade. Ringraziamo Piero Puricelli conte di Lomnago per aver creduto che l’autostrada fosse una buona idea: senza la sua visionaria lungimiranza il nostro viaggio sarebbe durato dieci anni. Ringraziamo ogni momento; le scorte di peperoncino, i sali contro l’umidità, il boiler per la doccia, i canederli, il freddo pungente di Bolzano, il sapore della ricotta dei cannoli siciliani, le ragnatele di nebbia che avvolgevano Garibaldi a Parma, tutte le volte che abbiamo gustato sapori amari, tutte le scatolette di tonno; il gulasch e il vento di Trieste e la gente che va a dormire alle nove, quella lettura interpretata di David Foster Wallace, quella lettura interpretata di Tabaccheria di Pessoa, quella paranoica discussione di teoria letteraria su e giù per corso Buenos Aires a Milano, tutte le spaghettate alle tre del mattino, l’aglio e l’ “oglio” avendo in precedenza citato il peperoncino. Ogni singolo incontro. Si dice che chi viaggia molto incontri molti ospiti ma trovi pochi amici. Noi abbiamo trovato molti amici. E quando incontriamo qualcuno, quel qualcuno disegna, con la sua personale, illuminata matita, una porzione del contorno della nostra incerta figura: è per questo che l’incontro con il più magnanimo dei benefattori secerne la stessa dose di splendente verità dell’incontro con il proprio assassino: purché si resti ad occhi bene aperti, ogni incontro ci definisce. Ed ecco perché, alla fine dei giochi, non bisogna mai temere Lestrigoni e Ciclopi.

Hasta luego.

Giovanni Marrozzini & Matteo Fulimeni

 

3 Responses to “Lieto fine.”

  1. daniela scrive:

    ….e’ stato un grande, enorme onore e piacere avervi come compagni di viaggio… perche’ questo e’ stato anche il nostro viaggio!!!! … per quel che mi riguarda … il risveglio da anni di torpore .. Per chi come me crede sia meglio anche il dolore piuttosto che il non sentire …. Semplicemente…. grazie <3…..Ed ora …via, via …. verso altre incommensurabili avventure! Ci mancate già tanto !
    Ps: un caro saluto ai Lestrigoni e ai Ciclopi !
    Daniela Mezzanotte

  2. Alessandra scrive:

    cioè, fatemi capire: togliete il blog dalla rete? NO!!!
    :-(
    se lo lasciate aperto ancora un po’ ce lo potremo leggere e rileggere con tutta calma…
    E dai!

  3. Marisa Caniato scrive:

    …é stato un lungo e bellissimo viaggio, uno di quei viaggi che lasciano il segno……e sarà bello poter tornare qui ogni tanto a rileggere, come sfogliare un album fotoricordo!!!!
    Un grandissimo abbraccio……………………………………….!!!!!!!

    Marisa

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