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"Minime storie" da ITAca – Storie d'Italia, di Alessandra Cicalini.

Con l’opera “ Minime storie “ di Alessandra Cicalini inizia la pubblicazione delle opere a noi pervenute da parte degli autori partecipanti al progetto della FIAF animato da Giovanni Marrozzini “ITAca – Storie d’Italia”, le opere vengono pubblicate in ordine di arrivo alla mia e-mail bicocchi.silvano@tiscali.it .
L’insieme delle opere dei partecipanti a “ITAca – Storie d’Italia”, appartenenti a tutte le regioni italiane, rappresenta un prezioso e completo sguardo sull’Italia contemporanea.
Data l’importanza di questo Progetto Fotografico Nazionale coordinato dal Dipartimento Progetti Speciali diretto da Cristina Paglionico, invitiamo tutti gli autori partecipanti a non mancare in questa rassegna tematica che continuerà su Agorà Di Cult, anche per mesi, fino ad esaurimento delle opere ricevute.
 


Dopo il matrimonio. Volevo essere Cenerentola, almeno quel giorno. Adesso sarete ai piedi di una sposa cinese? Da allora, porto solo ciabatte.
Oggi niente scuola. Dammi una sigaretta e zitto. Ci hanno visto? Pazienza. Tanto, ho deciso e indietro non torno. Se mi vuoi bene, vieni via con me.
Gloria e Leonardo. Amo la mia città, ma una volta era diversa. Oggi, solo computer e palestre. E le dive con la pancia proprio non le sopporto.
Maria del duomo. Gioco al lotto, come mio padre. Nella culla dormivo con il gatto. La casa? Un’architetta: istinto e tante idee. Ma il mio Pierino mi manca.
Come eravamo. Con i vestiti che mi cuciva mamma ero elegante. E corteggiata. Chi siano quei ragazzi, però, non ricordo. Il tempo se li è portati via.
Il sindaco di piazza. Il mio vero nome si è perso a scuola. La radio, il primo amore. Amici molti, sigarette pure. Ma la politica non mi ha mai interessato.
Nobiltà pop. Detesto i prepotenti, per questo vi ho aiutati. Adesso è il vostro turno: state in guardia, o la polvere del tempo vi seppellirà.
Espiazione. Eppure, non riesco a odiarla. Sarà con lui, adesso? Il destino mi ha macchiato le mani d’inchiostro, non di sangue. Sii felice, amore mio.
Luigi e il senso della vita. Sono già morto e rinato una volta. La prossima, compro una casa viaggiante e parto. Ma le donne mi piacciono troppo.
Il barista triste. La bevuta dell’alba? Al primo che avvistava le cornacchie. Adesso, invece, chiudiamo presto. E mi ricordo delle canzoni che non ho scritto.
Una questione di mentalità. Ho un buon rapporto con i clienti e del campanilismo tra Fermo e San Giorgio non mi curo. Ma a Senigallia era un’altra cosa.
 
Tutta la vita. Mi chiamo Tom, ma non m’importa. Sono pazzo di lei, soprattutto quando sorride. E poi, se mi fanno qualche carezza, non è gelosa.
Occupy hotel. Tempi cupi. Prima senza baccalà, poi sempre meno trippa, ora la mazzata finale. Ma se vi mandano davvero via, marcheremo tutto il cantiere.
Resistenza vintage. Gli scettici? Gli stessi di cinquant’anni fa. Mia madre però non ha mollato e siamo sempre qua. A presidiare una piazza deserta.
Fuga all’inglese. I pinoli del duomo? Me li dava nonna a colazione, prima della messa. La mia sala giochi, una biblioteca. Così amo i libri. E l’Inghilterra.
Un amore da cinema. Mi fecero Teresa Curtarello, ma il mio Renzino, il Renzo Renzi dei cinefili, mi strappò a un altro uomo. Tra noi, è stata sempre estate.
Upper class. Quindici nipoti, una casa-museo, Jimmy, la mia bellissima moglie e il lavoro, che m’impegna ancora. Ma quanto vorrei farmi un giro in moto.
 
Nessuna pietà. Perché m’invocate? Non so chi sono né posso proteggervi. Vi dò un consiglio: esplorate il mondo e amate. E adesso, forza, andate via.
 
Troppo sensibile. Ce l’hai fatta: niente più capelli al vento né vestiti strani. Adesso che sei solo sostanza, però, rilassati. Nessuno più ti ferirà.
 
Nei tuoi occhi (omaggio a Luigi Crocenzi). E dimmi: soffrivi molto? I tuoi segreti li sapeva il cane e pochi, discreti, amici. Però, sappilo, non è servito: qui ormai sei una star.
 
LEGENDA: 1 - DOPO IL MATRIMONIO 2 - OGGI NIENTE SCUOLA 3 - GLORIA E LEONARDO 4 - MARIA DEL DUOMO 5 - COME ERAVAMO 6 - IL SINDACO DI PIAZZA 7 - NOBILTÀ POP 8 - ESPIAZIONE 9 - LUIGI E IL SENSO DELLA VITA 10 - IL BARISTA TRISTE 11 - UNA QUESTIONE DI MENTALITÀ 12 - TUTTA LA VITA 13 - OCCUPY HOTEL 14 - RESISTENZA VINTAGE 15 - FUGA ALL’INGLESE 16 - UN AMORE DA CINEMA 17 - UPPER CLASS 18 - NESSUNA PIETÀ 19 - TROPPO SENSIBILE 20 - NEI TUOI OCCHI (OMAGGIO A LUIGI CROCENZI)
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10 commenti

  1. Alessandra Cicalini è giornalista non solo di mestiere ma anche d’identità artistica e quindi l’opera si presenta animata da un’idea concettuale interpretata con la sensibilità giornalistica che intende raccontare storie legate ai suoi incontri quotidiani con persone, animali e cose, nella sua marchigiana Fermo.
    L’opera è formata da una serie d’immagini, ognuna formata da un dittico generato da una fotografia e da un’immagine letteraria indotta nel lettore dal testo a essa abbinato.
    Ritengo molto interessante questa tecnica con la quale Alessandra si è espressa in modo originale, perché con due diversi linguaggi raggiunge una notevole profondità d’indagine della realtà quotidiana e stimola l’elaborazione del passato.
    Mi colpisce piacevolmente la sua scelta fatta di cuore dei soggetti perché fa tornare alla ribalta il mondo straordinario della provincia italiana così vario e ricco di belle storie.

  2. I saggi fotografici a carattere antropologico di Alessandra Cicalini, intimamente radicati
    nelle vicende dell’umanità marchigiana, le permettono di raccontare intense storie per
    immagini che, però, senza testo descrittivo perderebbero molto del loro appeal.
    Una buona documentarista, dunque, e forse qualcosa di più, sicuramente sostenuta dalla consapevolezza
    delle fulgide tradizioni fotografiche (da Crocenzi e Giacomelli in poi) che affondano le loro radici
    nella sua terra natale.
    La ‘narrative art’ di Alessandra ci permette così di rimanere ancorati spiritualmente a un’ Italia che,
    oggi quanto mai, parrebbe destinata a perdere le sue connotazioni così profondamente legate alle realtà locali.
    Mi riferisco a quelle dei tanti Paesi dell’anima che compongono il grande puzzle culturale (e non solo) rappresentato, oggi come ieri, dalla nostra Nazione….
    Ma questo si sa!, credo proprio sia l’incipit del progetto…… Davvero interessante, buon lavoro!
    Alessandra Quattordio
    20-7-2012

  3. Buongiorno a voi,
    sono stata via diversi giorni e scopro soltanto adesso (con molto piacere, lo ammetto) la presenza del mio portfolio su Agorà Di Cult!
    I vostri giudizi mi stimolano ad andare avanti, persuasa sempre di più da necessità di parlare dell’Italia (con qualsiasi mezzo espressivo) “dalla periferia”. Soltanto se valorizzeremo sul serio, senza opportunismi e retorica, i nostri tesori storico-artistici, infatti, potremo tornare a immaginare un futuro per il nostro Paese.
    A questo proposito, vi informo che giusto ieri è andata online la mia intervista a Giovanni Marrozzini su Itaca: http://www.muoversinsieme.it/intervista/giovanni-marrozzini-e-la-sua-itaca-italia-venuta-dal-futuro/giovanni-marrozzini-e-la-sua-itaca-italia-venuta-dal-futuro.html
    GRAZIE di cuore! 🙂
    a risentirci (spero)
    Ale

  4. Penso che dell’Italia e per l’Italia si possa parlare in eterno, abbiamo la fortuna di vivere in un paese che, non per merito nostro, ci ha regalato una costante convivenza con la “bellezza” espressa con tutte le tecniche possibili.
    E’ quindi sempre bello vedere come, nonostante il periodo storico, il nostro paese sia sempre in grado di regalare spunti ed ispirazioni nuovi.
    Il lavoro di Alessandra Cicalini dimostra come, con immagini semplici, sincere e genuine, sia possibile costruire un lavoro schietto e profondo.
    Trovo l’inserimento dei testi divertente e sdrammatizzante, quel che basta per far pensare a quello che realmente siamo, lontani dai bombardamenti dei media, dalle speculazioni monetarie e da tutto quel ciarpame televisivo che ci viene quotidianamente imposto.
    L’Italia dei mille campanili è in fondo la nostra anima profonda e, penso, che l’atmosfera che evoca questo portfolio sia proprio questa, religiosamente – atea, ossimoro di un sentire collettivo che ci accomuna.

    1. Grazie per il giudizio sui testi in modo particolare: non so se si è capito, ma io “nasco” come scribacchina prestata alla fotografia, per cui, per il mio esordio con il secondo mezzo, mi è venuto del tutto spontaneo utilizzare la mia chiamiamola più naturale propensione.
      Sottoscrivo tutta la parte sul ciarpame televisivo etc etc…
      a rileggerci, buona estate

  5. Questo portfolio mi ha piacevolmente colpito fin dalla prima immagine pubblicata sul “Fotoclub” e che ho seguito in tutte le fasi pubblicate, fino alla stesura finale. Lo trovo “semplicemente fantastico”, un connubio di immagini e parole perfettamente integrato.

  6. Ho iniziato il workshop sul Progetto ITAca, a Fermo, con Alessandra ed ho seguito con interesse il suo lavoro su Ilfotoclub, poi ho avuto anche il dono del piccolo catalogo a Bibbiena dove ci siamo incontrate di nuovo.
    Sono entusiasta della freschezza delle immagini ben abbinate al breve testo che ci descrivono, in modo originale e profondo la nostra quotidianità.
    Sei forte Alessandra…stai percorrendo una buona strada!
    Con amicizia
    Rosella Centanni

    1. Grazie, cara Rosella!
      Mi è appena arrivato il tuo libro: lo leggerò con attenzione…
      Grazie anche per le parole che hai aggiunto a penna.
      A presto (prestissimo!)
      Alessandra

  7. Mostrare delle fotografie tramite il portfolio solitamente può indurre in due problematiche tra le tante possibili: monotonia oppure caos espressivo. Il rigore stilistico unito alla capacità di raccontare per immagini è difficile da ottenersi. A mio parere gli esempi migliori di questa modalità di proporre fotografia sono da ricercarsi nelle riviste patinate della moda femminile, in questi servizi si coniuga la qualità con la creatività, che sono poi entrambe soggette alla quantità dello spazio disponibile, quindi obbliga l’autore e il direttore ad una estrema sintesi che diventa un valore aggiunto. Per quanto riguarda il portfolio in visione, come altri già mostrati in precedenza ma per opposti motivi, a mio pare si allontana abbastanza da quelle semplici regole dette in precedenza, dentro trovo troppe cose ma se questo deve rappresentare lo stereotipo fotografico della “Bel Paese” ci può stare.

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