ArchivioDai tavoli di portfolio

Nonna Angela – di Christian Milotic

.
 
.
 
.
 
.
Nonna Angela ha 90 anni.
È nata a Pisino d’Istria, che ora è in Croazia.
Con suo marito Antonio, nel 1962, come tanti altri in quegli anni, ha dovuto lasciare le sue terre, la sua casa.
Arrivati a Trieste vengono internati nella Risiera di San Sabba, che da campo di concentramento durante la Seconda guerra mondiale è diventato luogo di accoglienza per i profughi.
In quegli anni viaggiano, vagano, alla ricerca di un posto loro, di un futuro. Vanno a Cremona e poi Capua, nel casertano. Nel 1964 ritornano a Trieste.
Ed erano ‘solo’ profughi istriani. Lontani da casa e non voluti.
 
Esperienze, emozioni, sentimenti che segnano la vita. Diventano non solo rughe sul viso ma anche rughe sul cuore, dentro le cui pieghe è nascosto quello che ha passato in quegli anni, quello che ha visto.
Gli occhi di nonna Angela hanno visto l’addio alla propria terra, diventata nemica.
Hanno visto gli uomini cadere sotto il peso dell’umiliazione e del dolore.
Hanno visto altre terre, ostili.
Hanno visto la solitudine, la fame, la lotta perenne per trovare un posto nel mondo.
 
I suoi occhi hanno pianto le lacrime che nessuna madre dovrebbe piangere per i propri figli, quando è costretta a lasciarli soli per potergli garantire un pasto caldo e un futuro.
 
E hanno visto gli occhi degli altri. Occhi che hanno giudicato, che hanno additato; occhi di cuori ciechi, senza pietà, né misericordia.
 
Nelle rughe di nonna Angela c’è l’infinito dolore dell’esilio, della guerra, della perdita di se stessi, della propria casa.
 
Il cuore di nonna Angela ha supplicato, pregato, si è distrutto e ricostruito.
Il cuore di nonna Angela poi si è spezzato e nei suoi occhi c’è il perpetuo ritorno di quella ferita. E così il suo corpo, che ha subito anche lui le angherie non solo del tempo, ma anche quelle di una vita dura.
 
Se nonna Angela alza gli occhi al cielo però guarda a un altro infinito. E lì ritrova la consapevolezza di aver vissuto, di aver lottato e di aver ottenuto una seconda possibilità.
 
Il cielo azzurro della vita, che non risana i cuori ma spinge ad andare avanti. L’infinito cielo azzurro della fede, della speranza.
Il cielo azzurro di chi sa che ha finito, ma che, in fondo, ha vinto.
 
Christian Milotic
 
 

Nonna Angela

di Christian Milotic

 

Articoli correlati

7 commenti

  1. “Nonna Angela”, di Christian Milotic, è un’opera animata da un’idea narrativa artistica per aver rappresentato il proprio rapporto con l’anziana parente ideando un dispositivo visivo di forte soggettività.
    Già nel testo introduttivo ci sono gli elementi emozionali e le ragioni ideali che hanno spinto l’autore a ideare questo linguaggio narrativo dinamico e diretto che non ci parla di una storia sul filo del tempo dello spazio ma di condizioni interiori generate dal legame esistente tra l’autore e Nonna Angela.
    Il trittico a volte narra i luoghi, altre volte ci travolge nel farci sentire la vita difficile vissuta da Angela attraverso il suo volto anziano, segnato dalla vecchiaia e dalle vicende della vita.
    Il trittico di frammenti del volto ripresi da diversi piani prospettici è perturbante, per il messaggio degli stati d’animo espressi con la fisionomia.
    L’altro trittico che pone Angela in relazione con i segni del passato: la giovinezza, gli affetti, l’orrore della Risiera di San Sabba.
    I frammenti del corpo trasmettono il peso degli anni, i cieli aprono alla grande domanda sul senso ultimo della vita umana che il giovane fotografo pone anche a se stesso.
    Infine il profilo colore a toni alti, alleggerendo l’impatto visivo con la vita sofferta, accende un ossimoro che è molto vicino all’intreccio di amore e violenza vissuta da Nonna Angela.
    Complimenti a Christian Milotic per essere riuscito, al suo primo portfolio, a trasmettere tanti sentimenti con un linguaggio coraggioso e innovatore.

  2. Ho avuto modo di vedere il lavoro di Christian Milotic, fotografo triestino, in più occasioni: una mostra a Parenzo ed ai tavoli di lettura del Trieste Photo Festival 2017. In entrambi gli avvenimenti, così come adesso, sono stata colpita sia dal modo di presentare le fotografie che dalla storia narrata. Storia che documenta i segni di una vita di sofferenze sul volto, sulle mani, sulla pelle e negli occhi di un’anziana esule istriana. Ma il dolore è ben più profondo. Viene descritto il carattere di una donna forte, che non si è lasciata abbattere dalle difficoltà e dalle sofferenze, pur portandone i segni. E quelle rughe non rappresentano altro che le cicatrici. Per chi conosce Trieste alcuni luoghi sono familiari e ben riconoscibili: le alte mura, le scritte, le finestre. Ma anche per chi non ha mai visitato la Risiera, quelli fotografati sono simboli forti e di facile lettura. Un lavoro profondo, intenso e più che mai attuale. Un racconto che non solo descrive la storia delle tante “Angela” che negli anno ’60 hanno dovuto lottare ma anche tutte quelle che, prima e ancor oggi, devono abbandonare la loro terra e diventare straniere altrove. Molto efficace la scelta del trittico che aiuta nel confronto delle immagini e dei tanti simboli presenti accompagnandoci con facilità attraverso la storia che si sposta dal centro d’asilo alla casa e all’intimità domestica. Interessante il gioco delle sfocature ed appropriato l’utilizzo dei colori che essendo tenui donano un senso di tranquillità. L’unica immagine che si discosta dalla cromia usata è quella con la bandiera che spicca come ad indicare la sua presenza forte. Vogliamo pensarla come un simbolo di accoglienza.
    Complimenti all’autore!
    Monica Mazzolini

  3. Io ho visto la crescita di questo progetto dalla fase di scatto. Christian ci ha davvero messo l’anima e il cuore, l’ha curato in ogni particolare migliorando pian piano il racconto, fino a questa versione finale.
    Nel tempo mi ha raccontato delle vicessitudini e delle difficoltà che, negli anni, la sua famiglia ha dovuto affrontare, e di come nonostante tutto ce l’hanno fatta.
    Grande amico Christian, questo progetto merita di essere maggiormente conosciuto… in bocca al lupo.

  4. Christian posso solo dirti bravo! Per il cuore che ci hai messo; per la fotografia che ci stai mostrando e che manifesta ancora una volta la tua crescita costante; per l’impegno nel raccontare oltre il singolo scatto; per il travaglio di questi anni e per il fatto di non aver mai mollato; per il fotografo ma prima ancora per l’uomo che sei… Bravo!

  5. Wow, grazie per I bellissimi commenti, devo dire che sono veramente felice che la storia vi è arrivata, una storia che fa parte della mia vita, in modo indiretto ma sempre presente.
    Grazie ancora di cuore ad Agorà di Cult per la pubblicazione, al direttore, la signora Monica e Giorgio per le bellissime parole.

  6. Il lavoro “Nonna Angela” di Christian poteva essere risolto in modo prevedibile e scontato, ma la scelta descrittiva e compositiva dei trittici e la forte simbologia introdotta nelle immagini, ci colpisce come un maglio .I colori “alti” , i tanti cieli azzurri e le immagini di quegli occhi chiari, danno speranza, anche se i ricordi dolorosi riaffiorano prepotentemente, ma non riescono a vincere la forza e la fierezza di nonna Angela. Complimenti a Christian.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Back to top button