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Never Stop, di Carmelo Stompo – a cura di Eletta Massimino

 
 

Cronache Di Cult

 
 
 
 
 

Il racconto della speranza

Arouna Diouf ha lasciato il suo villaggio all’età di diciassette anni attraversando prima il deserto e poi il mare in condizioni terribili per sbarcare in terra Europea, in terra Italiana.
Il destino – ma possiamo anche dire la Provvidenza – lo farà incontrare con il fotografo Carmelo Stompo a Catania.
In questo libro, Carmelo racconta la storia di Arouna dalla propria prospettiva: una narrativa piena di sensibilità e comprensione umana che mette al centro la forza di volontà del giovane ragazzo nell’inseguire una vita più giusta anche a costo di allontanarsi dalla sua terra. Le fotografie di Carmelo sono lo specchio di questa dinamica, di questa forte e difficile decisione.
Le immagini descrivono l’estrema difficoltà della vita di Arouna: i passi sulla sabbia, il suo sguardo verso il mare, la barca, il suo soggiorno nel centro di accoglienza, l’incontro con i suoi coetanei africani, la scuola. Esse rappresentano perfettamente il caldo del deserto e la solitudine del viaggio, ma anche la speranza e l’ambizione verso un futuro migliore di questo presente.
Penso che molta della speranza che traspare dai ritratti che Carmelo ha realizzato ad Arouna derivi dal fatto che Carmelo non sia solo un talentuoso fotografo documentarista impegnato in uno dei tanti progetti umanitari di questo genere realizzati negli ultimi anni, ma sia soprattutto un uomo legato emotivamente ed affettivamente al giovane. Un affetto così profondo da far avvicinare Arouna alla famiglia di Carmelo portandolo anche a trascorrere con loro il Natale, il momento più importante per la Cristianità.
Questo legame tra i due riesce ad essere trasmesso chiaramente nelle immagini, rendendole ancora più uniche.
Never Stop racconta, con sguardo umano e attento, la vita passata e il presente del giovane Arouna, mostrando al lettore un particolare dell’enorme dramma che oggi è entrato a far parte del nostro quotidiano, ovvero l’arrivo di un grande numero di rifugiati sulle spiagge dei Paesi dell’Europa Mediterranea, Italia e Grecia in testa.
Carmelo ha scelto di avvicinarsi senza paura e con generosa attenzione ad Arouna e alla sua storia, traducendo in immagini la forza vitale e l’impegno di un essere umano che ha lasciato dietro di sè violenza e povertà, ma anche la sua casa ed i suoi affetti.
Carmelo ha deciso di creare un libro che non fosse aggressivo e rivendicativo, riuscendo a far arrivare il suo messaggio direttamente alla coscienza di chi osserva. Sono queste le sensazioni che ho provato sfogliando le pagine di Never Stop.
Per quanto silenziose, le fotografie permettono a chi le guarda di riflettere sulle contraddizioni che oggi ci troviamo a fronteggiare, nonostante gli errori del passato e nonostante il progresso tecnologico, sociale ed umano della società globale del XXI secolo.
Grazie Carmelo e grazie Arouna, per aver offerto, attraverso le immagini e le parole,
un esempio di mutua comprensione e una ragione per sperare in un mondo meno brutale. Un mondo più vicino all’essenza vera della vita, un mondo che possa essere in grado di offrire rispetto reciproco e umanità a tutti.

Carlos Freire
Parigi, Giugno 2018

 

Never Stop

di Carmelo Stompo

 

Dal Senegal all’Italia, un viaggio fotografico per documentare il dramma della migrazione che oggi è parte del nostro quotidiano e che rischia troppo spesso di diventare invisibile. E per questo nasce Never Stop, un progetto fotografico che racconta la storia di Arouna, un giovane senegalese che a 17 anni lascia il Senegal, la famiglia, gli affetti per raggiungere l’Italia, con la speranza di renderla il luogo del suo riscatto.
Nel mondo capitalista, l’immigrazione clandestina è un problema politico molto dibattuto, dagli occhi dei più poveri del mondo, è una decisione straziante, una decisione presa per rendere la vita migliore a sé stessi e alla propria famiglia.
Essere clandestini vuol dire sentirsi in galera, sentirsi un cane randagio che non vale nulla. Non puoi fare nulla, non sei nulla, non esisti; restare nascosti in una piccola stanza abbandonata senza poter dire “buongiorno” a qualcuno. Non avere cosa mangiare, non avere un lavoro, tutto è molto difficile. Trascorrere intere giornate a camminare per aspettare di poter andare a dormire, e così tutti i giorni, i mesi, gli anni.
Non è questa l’Europa che Arouna si aspettava! Ci sono persone che passano per la porta d’ingresso ma Arouna è passato per la finestra, una finestra che rischia di non avere altre uscite, quel tra che le società moderne hanno creato e da cui questi ragazzi non riescono a uscirne fuori.
Oggi, dopo 5 anni, Arouna vive per strada: in questi anni l’ho fotografato, l’ho ascoltato, gli ho parlato, l’ho aiutato, ho cercato di farlo sentire a casa. Ho cercato di ridargli quello che il nostro Paese non gli riconosce, l’identità, e quello che questo Paese gli ha tolto, la dignità.
Da mio padre ho ereditato l’amore per la giustizia sociale. Oggi si avverte una sorta di rassegnazione all’ingiustizia e si percepisce un’aridità dell’anima che rende difficile sensibilizzare le coscienze.
Never Stop è la storia di Arouna ma è anche la storia di tantissimi giovani che hanno un sogno, quello di rendere la loro vita migliore.
“Never Stop” è sbarcato su Ulule, la principale piattaforma di crowdfunding d’Europa:
i fondi raccolti con la campagna di crowdfunding sono stati utilizzati non soltanto per la stampa e la distribuzione delle copie del libro “Never Stop” il cui ricavato delle vendite era destinato ad Arouna, ma anche per permettergli di affittare una stanza a Catania per la durata di un anno, abbandonando così la strada una volta per tutte e dandogli finalmente l’opportunità di rilanciarsi in una vita più giusta. La restante parte dei fondi é servita a finanziare presentazioni, proiezioni, incontri e la prima mostra del progetto.

Carmelo Stompo

Libro prodotto da: 2LAB Self Publisching House Catania
www.duelab.org

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6 commenti

  1. Si potrebbe pensare che qui si narri la vicenda di Arouna Diouf, uno fra i tanti ragazzi approdati miracolosamente sulle nostre sponde, spesso, purtroppo, dispersi poi tra i vicoli della necessità del vivere, sospinti lì dalla mano della disumanità.
    Invece, è in questo libro la vicenda dell’Incontro tra Arouna e Carmelo Stompo, fotografo. Non basta, Carmelo attraverso la fotografia realizza la sua “missione di Uomo”.
    Si percepisce prepotente, anche ad una prima visione delle immagini, che la loro forza è determinata dalla relazione intessuta tra queste due persone. La “cura” che Carmelo ha avuto per questo giovane va ben al di là del desiderio di realizzare un’ottima narrazione fotografica; vive tra queste pagine la necessità di agire per Solidarietà con i mezzi ed il talento che si possiedono, non più quindi a servizio dell’estetica, dell’arte, bensì, capovolgendo il paradigma, il talento e quindi l’arte a favore dell’Umanità.
    Sono fotografie nelle quali già le inquadrature svelano il “luogo” in cui si pone il fotografo, quello in cui può e vuole cogliere gli aspetti meno scoperti, quelli più profondi e significativi dello stato d’animo e delle istanze di Arouna, non per depredarli ma per assumerli.
    I contesti scelti si percepiscono subito dolorosamente vissuti, come lo sguardo di Arouna dichiara e come dichiara la con-passione e il con-movimento di Carmelo che si “muove” verso quello sguardo e verso gli avvenimenti che martellano quegli occhi. Una mano si tende, Arouna la afferra e ad essa affida il suo sguardo.
    Carmelo vuole che sia lui stesso a raccontare la sua storia. Le parole di Arouna accolgono il lettore compenetrandosi con le fotografie per poi rimaterializzarsi a chiusura delle immagini che lo ritraggono. Insomma un abbraccio.
    Il libro di Carmelo Stompo è significativo tanto per l’aspetto fotografico, quanto per l’incidenza sociale e, valore aggiunto, per il coinvolgimento umano nato per e intorno a quello che è divenuto un progetto di ampio respiro.
    Eletta Massimino

  2. La passione fotografica ci porta ad attraversare i percorsi sventurati ed accidentati dei nostri compagni di strada più sfortunati.
    Proprio questa passione, che è costruita sull’attenzione, sulla visione perspicace, sulla volontà di capire e, quindi, sulla volontà di rappresentare, ci permette di penetrare vicende che di cui è piena la cronaca che vediamo, leggiamo attraverso schemi assai distanti e poco partecipativi.
    Sono stato vicino al lavoro di Carmelo Stompo,
    ho conosciuto Arouna e le sue difficoltà.
    Questo libro è prezioso perchè racchiude gratitudine silenziose, sorrisi costruiti sul pudore dei sentimenti e segreti ineffabili riconoscimenti.
    Sono in sintonia con chi, guardando la proposta visiva narrata, ha sottolineato il senso di fiducia, di serenità, di speranza, di là dell’obbiettività del dramma e della storia concreta.
    Abbiamo bisogno di questi pilastri di equilibrio per le prossime rappresentazioni fotografiche perchè la storia, purtroppo, continua, e l’estate è arrivata e sull’orizzonte mediterraneo non c’è più posto per la retorica.

  3. Ho avuto il privilegio di incontrare Carmelo Stompo poco più di un anno fa.
    Mi ero recato presso la sua bella struttura per proporre una mia iniziativa e – appese alle pareti – c’erano proprio le fotografie del libro “Never Stop”.
    Fotografie intense, particolari anche crudi come cruda è questa realtà.
    Ho conosciuto Arouna ed ho conosciuto il rapporto che li lega tra di loro, ho “sentito” l’intensità dell’attenzione e della cura che Carmelo ha profuso in questo progetto che va ben oltre il lavoro (assolutamente impeccabile e coinvolgente) fotografico.
    Sono stato coinvolto da questo contesto (con-te-sto) di lavoro insieme fotografico e sociale.
    E’, per me, un libro sulla storia di due uomini.
    Uno più’ sfortunato e terribilmente ostacolato nel raggiungimento di quel minimo di dignità che ogni essere merita e l’altro, un fotografo che nella vita e ne lavoro ha la cifra dell’accoglienza.

  4. La storia di Arouna, il ragazzo che lascia il suo villaggio del Senegal, spinto dalla speranza di trovare un posto migliore dove vivere, è un invito forte a riflettere su come a volte bisogna lottare caparbiamente per dare un senso alla propria esistenza.
    Le immagini descrivono quanto possa essere difficile, affrontare la prova del distacco dalla propria terra, allontanandosi dagli affetti della famiglia e dai propri amici, ogni foto che ritrae lo sguardo e l’espressione del viso del protagonista , racconta una sofferenza, una storia, la narrazione di un dramma davanti al quale però non si perdono né la voglia né la forza di combattere. Come si racconta una speranza? Lo dimostra Carmelo Stompo riuscendo ad impiegare tutti gli elementi giusti per un lavoro così egregio. Complimenti. Cosimo Stillo

  5. Volevo ringraziare il Direttore di Agorà di Cult, Silvano Bicocchi per aver pubblicato il progetto “Never Stop” a cui tengo veramente tanto. Come dice Eletta, a cui sono grato per l’attenzione che ha mostrato verso la storia di Arouna, mi sono preso “cura” di Arouna riconoscendomi il valore etico del progetto stesso. Grazie Pippo, grazie Francesco, grazie Cosimo, grazie a tutti quelli che nel corso di questi anni hanno sostenuto il progetto scrivendo note meravigliose che mi hanno fortificato e dato l’energia per continuare a esprimere le mie sensazioni attraverso la fotografia. Un altra persona, un giorno, leggendo le fotografie di Never Stop, mi paragonò al medico condotto di una volta, proprio perchè mi prendevo cura…, grazie Carlo!

  6. Fin dal primo sguardo alle immagini “Never Stop”, di Carmelo Stompo, mi ha colpito per il linguaggio fotografico che pone in evidenza la storia del giovane Aoruna.
    Leggo in esse due livelli narrativi: il primo è quello universale del diritto di ogni giovane persona di avere la possibilità di scegliere il progetto della propria vita; il secondo è quello storico e culturale in cui il giovane è nato che inevitabilmente pone dei limiti e degli ostacoli nel rendere possibile l’esercizio di quella libertà di scelta.
    I ritratti rappresentano questo giovane fuori dagli stereotipi tragici dell’immigrazione, con una notevole empatia che riesce a conferirgli dignità, comprendere la vicenda sofferta, e celebrare profondamente l’incontro della sua alterità misteriosa dovuta all’appartenenza a un’altra cultura e ad un altro popolo con un’altra storia.
    Davanti a questo scenario universale e secolare che fa tremare i polsi, chi ha risposte risolutive? Il libro affronta un dramma immenso del nostro tempo che molto probabilmente si potrebbe aggravare nel futuro. Il dramma delle giovani generazioni è un tratto sofferto in tutte le società industrializzate, in particolare la nostra, che pone i giovani nella condizione di dover emigrare per realizzare il proprio progetto di vita o sottostare al disagio della precarietà. L’immigrazione si impone nella nostra storia, con le sue urgenze e gravi problematiche che sommate alle nostre ci mettono in gravi difficoltà. La realtà complessissima che riusciamo a produrre è sotto gli occhi di tutti.
    Grande merito a Carmelo Stampo per averlo affrontato questo difficile tema con una poetica che va molto oltre il fotogiornalismo e ci ricorda elementi di riflessione che non dobbiamo mai dimenticare nel porci in relazione con queste realtà.

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