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Superstiti malridotti.

Agrigento – Il bello della valle dei templi sono le sculture di Igor Mitoraj che, forse inconsapevolmente, esprimono il rapporto fra queste antichissime meraviglie e la terra che le ospita. Figure semidivine sprofondate in sonni analgesici dopo una veglia che le ha traumatizzate giacciono coricate e mutile fra gli ulivi secolari gonfi di radici. La decadenza le offende ma le conforta di sonno, malinconia ed oblio. Icaro schiantati con leggerezza di piuma stanno sospesi in una dimensione mentale intatta ma indisposta alla vita, che non vogliono più provare. Mentre ai templi si deve il rispetto troppo cauto dovuto ai superstiti malridotti, un rispetto ipocrita che fraintende la loro fragilità, e che i tempi correnti rendono morboso e fatuo. Questa mattina, nel vento micidiale che alza polveroni di petali di mandorlo, si vedono soltanto truppe di tedeschi in bermuda e giacche a vento, flautate comitive di francesi, giapponesi compulsivi, scolarette intagliatrici di cactus, casalinghe parossistiche che sbigottiscono ai ragguagli di una guida svogliata. Che stravaganze, questi greci siciliani. E fotografano tutti. Fotografano e portano a casa. Non sanno che la saggezza millenaria di queste pietre li sta insospettabilmente giudicando. Viviamo tempi ingenui senza innocenza, dove i ciechi scattano fotografie, e bisognerebbe poter raggiungere un grado di malizia tale da confondersi, per saturazione, con una rinnovata purezza. Di una bellezza che non sappiamo godere né amministrare, facciamo un alibi perfetto, stuprandola per mettercela in faccia. Veniamo qui  per timbrare un cartellino, dimostrare che ci siamo stati.  Mi piace immaginare una pubblicità della regione Sicilia che non mostri le sue bellezze, ma tutto quello che sta loro intorno: il sibilo del viadotto di fronte, l’insolente parete di palazzi agrigentini, gli ubiqui aloni di immondizia lungo le spiagge chiarissime. E alla fine, il grugnito idiomatico di un capomafia: “Visitate la mia bella regione, la Sicilia”. Forse così le aspettative si ridurrebbero al minimo sindacale, e posti come la valle dei templi sarebbero nuovamente gratificati dagli stessi sguardi stupefatti dei primi archeologi ad avervi posato gli occhi, che mai avrebbero pensato di meritarsi tanto.

Matteo Fulimeni

 

© Giovanni Marrozzini

 

© Giovanni Marrozzini

 

© Giovanni Marrozzini

 

© Giovanni Marrozzini

 

© Giovanni Marrozzini

 

© Giovanni Marrozzini

 

© Giovanni Marrozzini

 

© Giovanni Marrozzini

 

© Giovanni Marrozzini

 

 

5 Responses to “Superstiti malridotti.”

  1. rosita scrive:

    la mostra è stata prolungata?
    saluti.

    rr

  2. Alessandra scrive:

    e a me piace pensare, banalmente, a una Sicilia libera dalla mafia e piena di occhi attenti e finalmente vigili. come i vostri.
    buoni ultimi giorni del vostro epico viaggio

  3. Renzo scrive:

    Pochissimi giorni rimangono per la fine del Vostro girovagare, vi ringrazio per avermi fatto viaggiare con Voi
    un abbraccio a tutti
    Renzo

  4. cristina lombardo scrive:

    di questa italia chi sa?
    ciao
    cristina

  5. lucia scrive:

    Il commento di Matteo e le foto di Giovanni raccontano, non solo la realtà di oggi, ma sopratutto quella di sempre.
    E’ una realtà che accomuna tutti noi,in ogni luogo della bellissima NOSTRA ITALIA
    ciao
    lucia

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