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Luce che disegna l’ombra – di Matteo Colla

Luce che disegna l’ombra  di Matteo Colla

Opera presentata al Face to face di Sestri Levante nell’ambito di “Portfolio al mare” 2013

Fotografia e Architettura, Architettura e Fotografia: per me sono una sola cosa. Se gli strumenti utilizzati fossero gli stessi, non distinguerei le due azioni di fotografare o disegnare (progettare), poichè hanno origine dallo stesso processo intellettuale e sono tese a sviluppare lo stesso tipo di indagine.

Porto avanti questa ricerca fotografica in bianco e nero sul corpo da 15 anni, mantenendo sempre la stessa tecnica e gli stessi mezzi: macchina fotografica analogica con negativo in bianco e nero di piccolo e medio formato, una quinta nera e una sola fonte di luce continua. Poi in camera oscura sviluppo il negativo e lo stampo a formato pieno su carta baritata senza mascherare.

A mutare è stato piuttosto il racconto, il filtro retinico applicato al medesimo linguaggio espressivo, diventato sempre piu’ astratto.

Passando attraverso il dettaglio e rinunciando al superfluo, ricerco l’ idea archetipa di una bellezza assoluta, atemporale e decontestualizzata.

Mi piace cercare il dettaglio ed attuare quel processo di sottrazione che mi permette di arrivare all’essenza delle cose, alla loro natura più intima. Cerco nei diversi soggetti ritratti, lo stesso “universo” di segni, di forme e di significati, pur mantenendo una loro personale identita’ evocativa attraverso una profonda intesa con il soggetto e di intimità dello sguardo.

La luce è l’elemento dominante, nativo e connotativo della mia ricerca e la uso in modo che sia capace di creare forti contrasti, riscontrabili in natura, con il risultato di un’immagine che si manifesta attraverso forti segni “di luce e di ombra” e metafore occulte od esplicite.

Pur mantenendo una matericita’ e una tensione formale, la luce mi permette di andare oltre il soggetto “fisico”, di esprimere altri contenuti: l’immagine si “attua” nei modi di un’evocazione, di una linea, un “profilo di luce“, una “maschera nera”, una geometria elementare.

Tutto si evolve sul piano del significante, dei concetti e del significato.

Il vuoto (ombra) è lo spazio dove il pieno (luce) può respirare e completarsi, e io con esso.

Sito internet www.matteocolla.it

 

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10 commenti

  1. “Luce che disegna l’ombra” di Matteo Colla è un’opera realizzata con un’idea artistica sia per l’estetica che per l’esercizio spirituale che in essa è compiuto. E’ la seconda opera sul corpo e ne seguirà una terza, per comporre una sorta di trilogia su questo tema così classico e sempre nuovo. Tutte e tre le opere sono state ampiamente lette in tre Face to Face di diverse manifestazioni, quanti argomenti interessanti si affrontano nei Face to Face. L’estate è la stagione dove il corpo assume più evidenza, si scopre e inevitabilmente parla il suo linguaggio, sempre diverso ad ogni età. La donna che “guarda” Matteo Colla è quella del “Cantico dei cantici”: un dono immenso per l’innamorato. Ma la riflessione approfondita negli anni genera dei passaggi di senso che ci introducono al suo mistero. Infatti dall’icona della seduzione si giunge a quella astratta dove si perde il fattore di scala e quindi la fisicità, come per dire che le profondità del suo senso sono irraggiungibili. Il percorso dell’opera ci porta, con diverse stagioni interiori vissute dell’autore, dallo stereotipo visivo alla conoscenza soggettiva.

  2. Quando guardo una foto, la prima cosa è che mi deve piacere stare lì a guardarla, dimenticandomi anche dell’orologio.
    E le tue foto mi piacciono.
    Per seconda cosa devo sentire la voglia di riguardarla.
    E mi piace riguardare le tue foto.
    Terzo: cerco di capire che cosa mi trasmette quella foto.
    Le tue mi trasmettono essenzialità e sensualità
    Solo in fondo mi chiedo che cosa mi vouole dire il fotografo, ma se sono arrivato a questo punto significa che le foto hanno colpito nel segno.
    E a quest’ultima domanda ci arrivo abbastanza raramente.
    Bravo e complimenti: avremo modo di approfondire sempre di più.
    Ideo Righi

  3. Delle foto di Matteo Colla si apprezzano ogni volta particolari differenti e si provano emozioni e suggestioni diverse.
    Colpisce, in particolare, quando l’occhio coglie l’immagine nel suo insieme, la presenza di elementi opposti, che traggono però necessariamente la loro esistenza l’uno dall’altro: ombra e luce, vuoto e pieno (…razionale e irrazionale, disperazione e serenità…).
    Ad un primo sguardo luce e ombra scivolano sulla superficie, si rincorrono, senza potersi raggiungere, forse.
    Conta il terreno su cui tale reciproca rincorsa (ricerca, apparentemente senza fine) avviene: il corpo. Il corpo, nella sua essenzialità, si trasfigura, diventa paesaggio, Luogo altro, nuova Dimensione, che accoglie (non a caso è corpo di donna) le antitesi che finalmente si compongono in Bellezza, eterea e sensuale al tempo stesso.
    Emanuela Torre

  4. Ho visto queste tue foto in diverse occasioni e rivederle è sempre molto piacevole, inoltre, le stampe su carta baritata sono splendide, da vedere e rivedere.
    La vita che esce dall’ombra è un dolce tributo al corpo femminile. Complimenti

  5. Probabilmente la riproduzione digitale delle fotografie e la loro piccola dimensione di visualizzazione non mi consentono di godere pienamente della loro fattura, e forse anche per questo non riesco ad apprezzarle a fondo.
    Non trovo in queste composizioni un segno distintivo del loro autore, una nota creativa che giustifichi e ricompensi 15 anni di ricerca… Sono immagini formalmente corrette, ma non mi comunicano novità espressive che sostengano e valorizzino gli intendimenti espressi nella presentazione.

  6. Luce,ombre, corpi…..pretesto per viaggi tra forme sconosciute e sempre sorprendenti. Grazie per questo nuovo bellissimo viaggio……

  7. Matteo, le tue fotografie mi piacciono.
    I tuoi nudi sono profili astratti morbidi e ondulati, eppure strettamente ancorati alla realtà, vive presenze nel buio della notte, emergono come schegge di luce diafana.
    La luce e l’ombra nelle tue fotografie evocano, nelle loro linee sinuose di corpi atavici, terre silenziose e sconosciute, foriere di vibranti e nuovi segreti.
    Elena

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