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Io sono qui … Tourists Project – di Raffaele Claudio Rossiello

IO SONO QUI … Tourists Project – di Raffaele Claudio Rossiello

Opera presentata al Face to Face del “Portfolio Tornado” organizzato dal C. F. LAMBDA di Ghedi.

 

Questo è un viaggio come tanti, fatto da un turista come tanti, che come tanti si mette in posa per la foto di rito in ogni luogo nel quale si trova, Milano … ma lui da dove viene? Cosa vede della città che lo circonda? Cosa conosce della città nella quale si trova nel momento dello scatto della fotografia? Forse, solo quello che si conosce di quel luogo nel mondo; è un normale tra i diversi o è un diverso tra i normali?

Il collare elisabettiano è una metafora, una condizione, una protezione, per proteggere e per proteggersi e nel contempo la visuale attraverso è distorta … è forse un alieno?

“IO SONO QUI” è quello che nè più nè meno dicono tutti i turisti quando dall’altra parte del mondo chiamano casa …. come lo dimostrano, lo dimostrano poi con una foto; ecco quanto, fotografie di chi dall’altra parte del mondo, dell’universo, del quartiere ha voluto testimoniare il loro essere in quel luogo ed in che modo, nel modo nel quale tutti i turisti adottano arrivando nel paese meta del loro viaggio, infarinati solo delle cose che hanno letto sui libri, sulle guide. Un percorso classico, tappe predefinite della città, turisti che vedono solo ciò che altri vogliono fargli vedere; io sono di Milano quindi ho fotografato il mio turista osservando quello che i turisti fanno a Milano e solo dove li trovi … alla Stazione Centrale, in Duomo, al nuovo palazzo della Regione, alla Scala, ecc. ecc. …. le figure mosse sono ciò che non vedono, quelle ferme sono i loro compagni di viaggio …

 
 
 

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5 commenti

  1. “Io sono qui… Tourists Project” di Raffaele Claudio Rossiello è un’opera concettuale che non spegne comunque l’intento narrativo tematico che traspare anche nella presentazione dell’autore. La rende concettuale il brillante inserimento di una figura simbolica del turista, reso distinguibile da un collare che per la sua forma pone in evidenza il volto. L’atmosfera urbana, generata dai colori desaturati ma dal un contrasto mordente, rappresenta un austero volto metropolitano della città che nel 2015 sarà sede dell’Expo. La fiction col suo predeterminare il significato, trasmette sempre un senso di progettualità che anima l’opera e in questo caso, in cui la gabbia concettuale non è rigida a parte il costante aspetto del personaggio, numerosi sono i significati che si possono attribuire alle singole immagini. Se nell’inquadratura fossero state mantenute costanti almeno le proporzioni del turista , allora avremmo potuto trovare una coerenza concettuale più forte, viceversa con la mutevolezza di questo aspetto fattore di scala, variante in base alle proporzioni del paesaggio urbano milanese in cui è ambientato, l’autore attribuisce all’opera anche una capacità narrativa tematica.E’con questa ambiguità estetica che l’opera può attrarre la nostra percezione.

  2. Turista o viaggiatore? Certamente solo turista, distante da tutto e da tutti, probabilmente anche un po da se stesso, tanto che indossa la gorgiera che ai cani evita di farsi del male.
    E’ forse questo il messaggio? Siamo spettatori di un mondo che teniamo a distanza di sicurezza, incapaci di mischiarci con gli altri che intravediamo appena, sfocati dalla loro stessa velocità.
    E’ una bella parabola questa, narrata dall’autore che ci regala una Milano non più da bere ma, “italiana”, inconfondibile nei particolari architettonici, tipici e unici, di un paese così bello e vilipeso.
    Ora tocca a noi decidere da che parte stare, tra i diversi o i normali, sempre che si riesca a capirne la differenza.
    Un bel inizio per Agorà!

  3. Grazie della pubblicazione e dei commenti.
    La mia visione, come credo di aver già abbondantemente esposta in presentazione, è ampia e diretta all’atteggiamento fisico e mentale di come si pone un turista o chiunque sia o faccia il turista, foto semplici, scontate e poi andare oltre, viaggiare nella psiche del turista cosa vedo e come lo vedo,semplice nelle pose scontato nei movimenti e ripetitivo nel porsi ma completamente avulso da qualunque volontà di contatto con la realtà che lo circonda quindi la gorgera, il collare elisabettiano … e poi ognuno ci metta del suo …

  4. “Io sono qui” di Raffaele mi ha colpito sin dalla prima volta che lo vidi, in occasione di una lettura portfolio in quel di Sesto San Giovanni durante Sirene Immersione nella Fotografia. E’un lavoro da guardare e riguardare, prima per capire dove siamo, in quanto Milano non è “nettamente” rivelata; poi per capire perchè un tizio gira con un collare per cani in una metropoli ad “alta velocità”… probabilmente è l’unico modo per isolarsi dal caos cittadino e trovare la propria dimensione, sia che siamo turisti o viaggiatori, in qualsiasi modo vogliamo relazionarci saremo costretti a fare i conti con il rumore e la confusione generata da un flusso costante di persone che ti passano attorno senza neanche guardarti…. Per dirla alla Social Network.. I Like

  5. Apprezzo quanto scritto da Mauro, conosce la costruzione di questa storia e la sua evoluzione. Ha chiaramente compreso quanto il mio lavoro voleva dire e questo è per me una grandissima soddisfazione!
    Isabella e Mauro grazie.

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