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Mario Lasalandra – di Fausto Raschiatore

MARIO LASALANDRA, POETI, MASCHERE, ATTORI, FANTASMI – di Fausto Raschiatore

 

Al Centro Culturale Candiani di Mestre espone Mario Lasalandra, autore di Este/Padova, noto a livello nazionale e internazionale. La mostra, che ha la struttura di una Retrospettiva, inaugurata lo scorso 6 febbraio, presentata da Paolo Morello, curatore di una straordinaria pubblicazione (MARIO LASALANDRA. Poeti, Maschere, Attori, Fantasmi. Fotografie 1962 – 2004. ISSF, 2005), sull’opera del fotografo veneto, sarà visitabile fino al 23 marzo prossimo. Raccoglie e sintetizza un percorso di ricerca e sperimentazione artistica di cinquant’anni, come indicato dal titolo, “Poeti, maschere, attori, fantasmi. Il fantastico nelle fotografie di Mario Lasalandra 1962-2012”, organizzata dal Candiani e dall’Associazione Culturale CivicoCinque.

“Lasalandra eredita negli anni Cinquanta l’atelier del nonno materno, Federico Tuzza pittore e fotografo” – scrive, tra l’altro, Paolo Morello nel presentare la mostra.

 


“Presto inizia ad alternare l’attività commerciale con ricerche originali, fotografando in ambientazioni desolate personaggi clowneschi, sui quali l’influenza dei primi film di Fellini (La strada, Le notti di Cabiria) appare molto evidente. In breve, le scene si fanno sempre più complesse, e Lasalandra comincia a costruire fantastiche storie che, seppur prive di una rigorosa coerenza drammaturgica, sono piene di evocazioni e di riferimenti alle figure della mitografia del moderno. Nascono così le sue serie più celebri, Giudizio, 1967, Spaventapasseri,1968, Filodrammatici,1968, Storia di un dramma, 1970, popolate da suggestive schiere di angeli, vergini, profeti, maschere, attori, fantasmi. Figure barcollanti, che manifestano, attraverso il loro equilibrio precario, l’instabilità di un’epoca in cui la fotografia in Italia è attraversata da una crisi profonda e irrimediabile. Ma figure, al contempo, che si nutrono di un rapporto con la storia – dal dagherrotipo ad August Sander, da David Bailey a Diane Arbus – in un modo straordinariamente originale. E che si offrono in una incessante, e tuttora inesausta, varietà di tipi e di situazioni. Figure, che fanno di Mario Lasalandra uno degli autori più innovativi e geniali della fotografia contemporanea”.




Lasalandra si è costruito un proprio universo, all’interno del quale vive e lavora come in un set cinematografico. Un ambiente affascinante che sente intensamente e condivide con gli “Amici” che sono poi anche i suoi figuranti e i suoi attori con i quali di frequente condivide le intuizioni, i progetti, le sceneggiature, le realizzazioni. Un mondo ricco di intriganti riflessioni, indefinite e indefinibili, in cui le entità specifiche vivono e convivono con l’intimo e la creatività di Lasalandra che è anche un sensibile performer. L’autore “gestisce” gli spazi del suo mondo, interpreta le atmosfere che albergano nella semplicità del quotidiano lungo le strade dei territori a lui familiari, le valenze che dominano i contesti, le presenze fiabesche, tra silenzi e solitudini. Un mondo caro all’autore che sogna di farlo vivere alle generazioni future. Magari più ricco e più stimolante culturalmente. Ed, infatti, egli lavora per costruire nuovi progetti, nuove narratività, nuovi stimoli culturali nei quali dominano il fantastico e il magico, tra metafore, allegorie, interpretazioni, descrizioni, percezioni. Il tutto in una tessitura elegante, dove la composizione è al limite della perfezione, le atmosfere coinvolgono, i messaggi che s’irradiano dalle fotografie rivelano la sensibilità dell’autore e fa vivere a chi la osserva emozioni vere, ispirate, autentiche.


Sostiene Lanfranco Colombo, per anni, attivo operatore della fotografia italiana e internazionale. “Mario Lasalandra va a caccia di ombre. Raffinato, elegantissimo, egli si immerge in se stesso inseguendo sogni nuovi e sogni di sempre, paure forse ed anche capricci, fantasie, favole. Che grosso banchetto sarebbe per un discorso psicoanalitico! Lasalandra è un fotografo serio, ho il sospetto: non ci condisce una pur succosa zuppa visiva a uso di godimento estetico, ma secondo me ci propone davvero dei sogni, il suo mondo fantastico, in definitiva la sua umanità. Si, io gli credo.” Colpisce della fotografia di Lasalandra la forza espressiva e la capacità di penetrare nell’intimo di chi la indaga o solo la osserva. Un pentagramma di sensazioni tra il Reale e l’Immaginario.

Nei locali del Candiani, l’autore ha incontrato il pubblico. Un momento di sintesi per il fotografo veneto durante il quale ha raccontato il proprio percorso di ricerca artistica.  E’ stato piacevole ascoltarlo sulle contaminazioni della sua fotografia con le altre arti, in particolare, col cinema, teatro, pittura, scultura, disegno. Stimolante sentirlo sull’opera di M. Antonioni, I. Bergman, F. Fellini, P.P. Pasolini, le sorgenti ispiratrici nell’ambito del cinema. Per non dire del Carnevale, del teatro, dei suoi personaggi: Burattini, Fantocci, Spaventapasseri, Marionette, Figuranti.



Le sue fotografie sono caratterizzate da un severo rigore formale, asse portante della sua tessitura iconica. Così come il Silenzio, sempre presente, autorevole e ben calibrato. Nelle sue fotografie vivono i suoi personaggi, le sue creature in un ambiente surreale in cui non manca quasi mai la nebbia. Un’atmosfera singolare col suo fascino e le sue ambiguità. Raffinata poesia, tante maschere, figuranti e attori tra fantasmi, ombre e simboli. Lasalandra coniuga, con semplicità ed equilibrio, composizione, narratività, toni espressivi e valenze estetico-linguistiche, con i profili visivi del proprio sguardo, nel quadro di una poetica fotografica che collega il descrittivo con il concettuale in un processo in cui il reale, sfuma, dolce e accattivante, nei meandri della sua creatività. Il reale si fa surreale, attraverso un processo nel quale confluiscono interpretazioni, linguaggio, evocazione, percezione, analisi, che genera entità espressive originali, inedite e sofisticate, legittimate alla costruzione d’immagini in grado di veicolare dimensioni evocative efficaci, uniche, singolari nel panorama fotografico. E non solo in quello nazionale.


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6 commenti

  1. La mostra retrospettiva di Mario Lasalandra al Centro Culturale Candiani di Mestre ripropone alla nostra attenzione l’opera straordinariamente originale dell’autore veneto. Lasalandra vive ad Este e quindi è di casa ai Colli Euganei che offrono gli scenari naturali nei quali egli ha ambientato le sue ricerche artistiche. Mi è capitato nei primi anni ’90 di partecipare a una giornata tra quei colli, insieme agli amici del Circolo Fotografico Modenese, ed ho potuto constatare la relazione profonda che egli intrattiene con quel territorio e la gente che lo abita.
    Ciò che anima l’opera fotografica di Lasalandra è la progettazione totale dell’immagine. Tutto il suo messaggio visivo è prima di tutto immaginato, spesso già abbozzato in schizzi su carta da disegno che risentono del segno autoriale del suo tratto che poi diventa energica regia nel plasmare la posa in fase di ripresa. Per questo le immagini sono ben strutturate con un linguaggio allegorico o metaforico. Egli è un esempio d’eccellenza della fotografia italiana d’autore che è riuscito a rappresentare con uno stile raffinatissimo e inimitabile i sentimenti dell’umanità del suo tempo che ancora oggi ci parlano.

  2. Un grande autore che ci regala stupende e raffinate foto, riconoscibile per la singolarità e la forza della sua poetica.
    Un fotografo italiano che ci onora nel mondo

  3. Mario Lasalandra un autore per me straordinario , le sue fotografie mi fanno sognare difficilmente io parlo di emozioni sulla fotografia, ma queste catturano la mia immaginazione ,sembrano scene tratte da un teatro surreale , oserei dire quasi felliniane , Ho conosciuto Mario nel lontano 1998 a Este ,quando nelle stradine del piccolo paese organizzava il famosissimo carnevale surreale . Un personaggio eclettico ,scenografo ,pittore , poeta e fotografo . La sua fotografia mi piace proprio perché consapevole di un pensiero ben preciso , di una scena performativa nei minimi dettagli . Questo è un maestro di fotografia .

  4. Immagini vedo di differenti “funzioni” visive, le prime cinque almeno di descrizione tendente all’oggettivo, cioè che non lasciano molte vie di letture evasive come invece nelle altre, in cui esistono dei precisi intenti di raffigurazione del tipo onirico o anche surreale ( a seconda delle sensibilità ). Personalmente, come utilizzo del B/N mi soddisfano di più le prime, le trovo meno aggressive o esasperate, ( anche se il pesante nero predominante nelle otto e nove è coerente, come lo è il grigio quasi a pasta unica dei ragazzi con i violini ). Complimenti 🙂

  5. Nella fotografia di Lasalandra nulla è lasciato al caso, la stampa finale non è altro che la conclusione di un progetto figurativo/concettuale studiato ed interpretato dall’autore con somma intelligenza e sagacia. Un magnifico AUTORE di grande cultura e rara sensibilità.Grazie a Fausto per avercelo riproposto.

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